Una torta formaggiosa

 

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Visto il caldo incombente oggi ho pensato di preparare una torta che va consumata fredda, ideale da portare nel cestino per il mare o la montagna. Ovviamente va cotta in forno, ma mentre cuoce e riscalda la cucina si può sempre fare un giretto nel resto della casa…

Ispirata dal corso di cucina elisabettiana che sto seguendo, ecco la ricetta tratta da “Gentyll manly Cokere,” manoscritto del  XV sec., che contiene ricette, suggerimenti e rimedi di tipo medico. Il titolo deriva dalle prime righe della parte dedicata alle ricette che recita così “Gentyll manly cokere and copyd of the sergent to the kyng.”

Tarte owt of Lente

“take neshe chese and pare hit and grynd hit yn a morter and breke egges and do ther to and then put yn buttur and creme and mell all well to gethur put not to moche butter ther yn if the chese be fatte make A coffyn of dowe and close hit a bove with dowe and collor hit a bove with the yolkes of eggs and bake hit well and serue hit furth.”

Ovviamente l’inglese è quello del ‘400. Riportando la ricetta ai tempi moderni, ho pensato di prepararla così:

Torta fuori di Quaresima

400 gr. di pasta frolla salata o briseè

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Per il ripieno: 150gr. ricotta         50 gr. gorgonzola dolce        2 cucchiai di parmigiano grattugiato    1 noce di burro fuso    1 uovo   3 cucchiai di panna    pepe bianco e zenzero   sale q.b.   1 tuorlo

Mescolare bene gli ingredienti per il ripieno aggiustando di sale a necessità. Riporre in frigorifero un decina di minuti.

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Stendere 2/3 della pasta e rivestire una tortiera di 20-22 cm. di diametro. Versare il ripieno e livellarlo. Stendere la pasta rimanente e coprire la torta, sigillando bene i bordi. Sbattere il tuorlo ed utilizzarlo per spennellare la crosta.

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Cuoce in forno caldo a 180° per circa 30-40 minuti; coprire con un foglio di alluminio se tende a scurire.

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Questa torta ricorda bene nel nome, tutto ciò che non si poteva mangiare durante la Quaresima e di cui, invece, la farcia è ricca: formaggi, uova e burro. La scelta del tipo di formaggio è mia, non essendoci prescrizioni in merito; di certo sia il parmigiano che il gorgonzola (o qualcosa di simile) esistevano già nel 1400. Si mangia preferibilmente tiepida o fredda, E’ molto saporita e decisamente burrosa. Se volete alleggerire un po’ il carico di colesterolo, si potrebbe usare una pasta rinascimentale, che però è del secolo successivo ed è italiana. Enrico VIII non avrebbe gradito e ci avrebbe fatto tagliare la testa, ma a noi ancronisti creativi tutto è permesso….