Mese: Aprile 2020

Ars medica e horti conclusi

Ars medica e horti conclusi

L’utilizzo delle piante a scopo terapeutico è antichissimo. Sicuramente già nella Preistoria gli uomini si curavano con erbe che, casualmente avevano scoperto avere effetti medicamentosi. Il primo erbario che è giunto fino a noi arriva dalla Cina ed è datato al 2800 a.C. forse compilato 

La pratica del mercante

La pratica del mercante

Il mercante europeo medievale è innanzitutto un mercante itinerante, penalizzato dal cattivo stato delle strade, dalla carenza dei mezzi di trasporto per le merci, dall’insicurezza e, forse ancora di più, dalle tasse, dai diritti, dai pedaggi di tutti i generi imposti da innumerevoli signori, città, 

Chiodi di garofano e cardamomo

Chiodi di garofano e cardamomo

Tra le spezie meno amate nel Medioevo c’è il Cardamomo: arrivava dall’Estremo Oriente ed è una bacca che contiene semi che profumano leggermente di menta. In un libro di cucina arabo del X sec., il Kitab al-tabih, si spiega che il cardamomo veniva utilizzato per aromatizzare il sale.

Sicuramente conosciuta nel Medioevo occidentale, stando alle relazioni commerciali dei mercanti, era poco usata e veniva utilizzata soprattutto nelle salse. Dal XV sec. se ne perdono completamente le tracce nei ricettari rinascimentali. Si dice che sia utile contro tosse e raffreddore, ma anche come acceleratore del metabolismo.

Più noti ancora oggi i chiodi di garofano: non tanto amati nell’antichità classica, trovano un posto di riguardo tra le spezie medievali, insieme alle più utilizzate cannella e pepe. Sono i boccioli essiccati di una pianta tropicale dell’Indonesia che arriva fino a 15 metri di altezza. Questi bottoni floreali si raccolgono quando sono appena rosa prima della fioritura e si lasciano seccare. Il nome deriva proprio dalla forma a chiodo e fu coniato in Francia nel Medioevo. Erano merce preziosa: nel 335, l’imperatore Costantino fece dono al papa Silvestro di una serie di vasi con 150 libbre (45 chili!) di chiodi ritenendoli dunque dono degno di re. Il primo reperto archeologico europeo è del IX sec.: una cassettina contenente la preziosa spezia in una necropoli in Alsazia. Per certo sappiamo dai calmieri milanesi che il suo costo era tre volte quello del pepe.

Inferno, canto XXIX

Anche Dante li cita nella Commedia; infatti nell’Inferno, nella bolgia dei falsari, incontra un certo: “Niccolò, che la costuma ricca del garofano prima discoperse”, riferendosi alla preziosità e al costo elevato della spezia. Niccolò (forse il senese de’ Salimbeni) fu il primo, pare, ad usarli in saporibus, nelle salse, cioè in piatti salati. Pare anche che, solo per ostentare la propria ricchezza, fosse solito arrostire le carni utilizzando, al posto della legna, solo incredibili quantità di chiodi di garofano! La tradizione racconta che il Niccolò in questione facesse parte, a Siena, di una cosiddetta brigata spendereccia di giovanotti ricchi e spensierati noti per le loro azioni esagerate di sprechi e prodigalità.

Nel ‘500 si lodano le sue presunte qualità afrodisiache; pertanto si consiglia di fare un infuso nel latte per aumentare mirabilmente le forze di Venere.

La ricetta che vi propongo è quella di una crema vellutata e profumata, che trovate qui

Arance d’estate

Arance d’estate

Mi sono imbattuta per caso in un articolo scritto dal saggista Enrico Carnevale Schianca; ai più questo nome non dirà molto, ma gli archeogastronomi come me non potranno certo non conoscere. E’ infatti l’autore della “bibbia” sulla cucina medievale, un tomo enciclopedico di 800 pagine