Tag: digiuno

Ravioli ignudi

Ravioli ignudi

Pantaleone da Confienza era nato a Vercelli alla fine del ‘400; medico e archiatra ducale, accademico a Pavia e Torino, consigliere fidato di Ludovico di Savoia, in realtà è famoso per aver scritto una summa dell’arte casearia, la “Summa Lacticiniorum“, del 1459. Questo testo è 

I “pepi”

I “pepi”

Un’influenza fondamentale sulle abitudini alimentari dell’Europa medievale fu esercitata senza dubbio dalla Chiesa. Il dottore della Chiesa Isidoro di Siviglia già nel 500 d. C. lodava il digiuno mentre, al contrario aborriva il consumo della carne, soprattutto quella rossa, perché, mangiando carne, si genera il 

Crema dolcissima

Crema dolcissima

Dove eravamo rimasti? Dunque…C come chiodi di garofano, M come mandorla e P come pinoli. Tre ingredienti per una crema dolce e profumata, da provare calda per la serata di San Valentino. Ma procediamo con ordine.

I chiodi di garofano, non tanto amati nell’antichità classica, trovano un posto di riguardo tra le spezie medievali, insieme alle più utilizzate cannella e pepe. Sono i boccioli essiccati di una pianta tropicale che arriva fino a 15 metri di altezza; si raccolgono prima della fioritura e si lasciano seccare. Erano merce preziosa: nel 335, l’imperatore Costantino ne fece dono al papa Silvestro ritenendoli dunque dono degno di re. Ne parla Dante nell’Inferno: “Niccolò, che la costuma ricca del garofano prima discoperse”, riferendosi alla preziosità e al costo elevato della spezia. Niccolò (forse de’ Salimbeni) fu il primo, pare, ad usarli in saporibus, nelle salse, cioè in piatti salati. Nel ‘500 si consiglia di fare un infuso nel latte per aumentare mirabilmente le forze di Venere.

La mandorla ebbe un successo enorme nella cucina medievale: ingrediente direi indispensabile, surrogato nei giorni di magro di innumerevoli preparazioni, come il latte di mandorla. Carlo Magno nel Capitulare de villis ne incoraggia la coltivazione e la diffusione; si riteneva avesse proprietà afrodisiache e corroboranti e forse proprio per questo motivo si cominciò a regalare agli sposi mandorle confettate, ricoperte di zucchero, come buon auspicio. In un manoscritto del ‘400 (Anonimo Veneto) c’è un’interessante ricetta per confettare le mandorle acerbe, fresche e morbide, profumate di zenzero e cannella.

Per ultimo il pignolo, o pinolo, di nuovo frutta secca, ingrediente dei famosi pignoccati, biscotti famosissimi da servire come antipasto nei banchetti rinascimentali, a base di pinoli e mandorle.

Mettendo insieme questi tre ingredienti non potevo che pensare a una crema dolce e morbida, profumata e afrodisiaca, accompagnata da un bicchierino di Ippocrasso.

Qui il link

 

 

 

 

Apericena….medievale!

Apericena….medievale!

… ….e ci siamo mangiati: erbate alle erbette, tortine de cepolle, torta de caseo e riso in amandolato!! e ovviamente Ippocrasso…