Mese: Luglio 2017

Brodetto saracinesco

Brodetto saracinesco

Nello svariato catalogo medievale di brodi e brodetti, non si può non ricordare quello che, a mio modesto9 parere, è quello più medievale di tutti: il brodium sarracenum o saracenicum. Già presente nel trecentesco Liber de Coquina, si ritrova nei ricettari anche dei secoli successivi; la 

Sfizi fritti

Sfizi fritti

Il termine formaggio deriva dal latino formaticum, cioè “cacio messo in forma”. I nostri avi latino avevano un’altra parola per definire questo prodotto che era caseus, da cui in italiano i vari derivati (caseificio, caseina…) Per essere ancora più pignoli, anche forma viene dal greco 

Pollastri ad ambrogino

Pollastri ad ambrogino

Nel Medioevo il piatto forte era rappresentato dai brodi, soprattutto di pollame. Il termine però necessita di una spiegazione: “in senso proprio il brodo medievale è una preparazione di cucina a base di carne spezzate…partecipe del lesso e dello stufato.”

Non dobbiamo quindi immaginare un brodo liquido, ma semmai una composizione densa e cremosa. La tecnica di preparazione è grossomodo sempre la stessa: le carni smembrate sono prima lessate in acqua, poi soffritte in lardo, con o senza cipolle, spesso con fegatini. Si aggiunge del liquido, acqua, vino, aceto, e si fa addensare con l’aiuto di mollica di pane. Ovviamente, a fine cottura si aggiunge una dose massiccia di spezie.

Una tipica preparazione di questo tipo è l’ambrogino o ambrosino che vede l’aggiunta di frutta fresca o secca. Il nome deriverebbe da una trascrizione dall’arabo di ibrahimya, piatto della cucina orientale a base di carne di montone, aceto, mandorle e spezie varie.

Un ottimo Ambrogino fu servito in uno dei banchetti organizzato a Siena da Sozzo Bandinelli nel dicembre 1326, per festeggiare l’addobbamento cavalleresco del figlio Francesco. Il titolo di cavaliere era molto ambito perché dava accesso alla carica di Podestà o di Capitano del Popolo.

Ecco la ricetta:

Ambrogino di polli

500 gr. di pollo a pezzi o solo petto, 100 gr. di lardo bianco, 2 cipolle tritate, 50 gr. di mollica di pane bianco arrostita e tritata, 1 bicchiere di vino bianco secco e 1 di aceto bianco, 2 bicchieri di latte di mandorle filtrato, una manciata di datteri e una di prugne secche, cannella, chiodi garofano, noce moscata e pepe in polvere.

Soffriggere la carne nel trito di cipolle e lardo; quando è ben rosolato, si aggiungono i liquidi e il sale, si porta a bollore, si abbassa la fiamma, si aggiunge la frutta secca e si fa cuocere per una ventina di minuti. Aggiungere la mollica e le spezie e far riposare; servire tiepido.

Piatto ricco e molto particolare, profumato e cremoso. La ricetta originale prevede l’utilizzo di pollo non disossato e con la pelle, ma per una gradevolezza migliore ho preferito carne disossata. Per motivi “geografici” il lardo è quello bianco di Colonnata.