Mese: Aprile 2021

Sua maestà il fagiolo

Sua maestà il fagiolo

“Nel X secolo iniziano a diffondersi le colture dei legumi, i legumi sono in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di una persona che lavora. Aumenta il contributo di proteine, si diventa più robusti, si muore meno giovani, si fanno più bambini, l’ Europa si 

La tria, genovese o siciliana?

La tria, genovese o siciliana?

Impasto di farina di cereali e acqua o altro liquido, manipolato fino a divenire più o meno sodo, omogeneo e adatto a diversi impieghi. Deli, 1999 Ovviamente stiamo parlando di pasta, gloria italica più di ogni altro cibo, forse a pari merito con la pizza. 

Pasqua d’uovo

Pasqua d’uovo

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In un ormai lontano plenilunio di primavera, non il fuoco, bensì il sangue dell’agnello sacrificato protesse le case degli Ebrei dal passaggio dell’angelo. La parola “pascha” deriva dall’ebraico Pesach, “oltrepassare” nel senso che l’angelo passò oltre le loro soglie protette dal sangue del sacrificio.

L’anno liturgico divideva la vita degli uomini in giorni festivi e lavorativi. Il giorno santo, il giorno di festa, non era per tutti dedicato al riposo; infatti gli atti politici si intraprendevano di preferenza nei giorni festivi: imperatori e re si facevano incoronare la domenica o nelle festività solenni, le bolle papali di scomunica venivano emanate spesso di giovedì santo, le leghe si riunivano di Pentecoste.

Tra il XIII e il XVIII secolo ci furono in alcune diocesi ben più di cento giorni festivi; le violazioni del riposo festivo venivano punite severamente e si narravano molte storie sulle pene celesti che colpivano i trasgressori, come quel taglialegna che per aver lavorato di domenica venne trasportato sulla luna. D’altra parte era inevitabile per un contadino lavorare nei giorni di festa, ma il permesso era rigidamente regolato. Ma anche qui le leggende amavano ricordare la ricompensa concessa al lavoratore che aveva devotamente sospeso il suo lavoro; quando il contadino Isidoro, timoroso di Dio, smise di arare per andare a pregare, un angelo continuò a tracciare i solchi.

C’era però il risvolto della medaglia, come afferma nell’800 l’arcivescovo Arno di Salisburgo, la cui diocesi comprendeva anche parte della Baviera; egli racconta che c’erano laici che si recavano a banchettare nei giorni festivi e che per sottrarsi al fastidioso onere del digiuno e della penitenza ordinava ai chierici di imporre loro per ammenda di mangiare carne e bere vino, mentre quei chierici avrebbero detto messa e cantato salmi a riparazione dei peccati dei loro signori. Questi signori gaudenti si sentivano di certo la coscienza a posto e credevano di non perdere il loro posto in cielo, perché per la trasgressione era stato fornito il dovuto atto sacramentale di riparazione.

La Pasqua è una delle più importanti feste dell’anno liturgico, una delle più antiche, festa della vitoria della vita sulla morte, legata alla rinascita della primavera e all’inizio dell’anno agricolo. Non è giorno di digiuno o di magro, ma anzi occasione di festa e banchetti.

La festeggiamo con una quantità di cibi sacrali dall’agnello alla colomba dolce… nell’Italia centrale e meridionale il dolce pasquale caratteristico è l’Agnus Dei fatto a somiglianza di quello che si confezionava un tempo con la cera ma ormai di zucchero o marzapane.

Franco Cardini

Oggi non si può fare a meno dell’uovo di cioccolato, erede delle uova benedette che i primi cristiano si scambiavano come buon augurio.

L’uovo pasquale più autentico è un uovo sodo…le uova si conservavano rassodate durante l’inverno e le ultime scorte si potevano consumare a Pasqua. L’uovo, simbolo caro a cabalisti e alchimisti, è anche simbolo di Dio, in quanto “uno” e “trino” perché costituito da guscio, albume e tuorlo… Il Cristo rompe il “guscio” del suo sepolcro e rinasce vittorioso.

Franco Cardini