Mese: Ottobre 2020

Ravioli ignudi

Ravioli ignudi

Pantaleone da Confienza era nato a Vercelli alla fine del ‘400; medico e archiatra ducale, accademico a Pavia e Torino, consigliere fidato di Ludovico di Savoia, in realtà è famoso per aver scritto una summa dell’arte casearia, la “Summa Lacticiniorum“, del 1459. Questo testo è 

Una dolce balconata

Una dolce balconata

Spezie e frutta secca mi ricordano tanto i dolci natalizi, dal panettone al panpepato, rincorrendo le tradizioni italiane, dal nord al sud. Nel Medioevo, seguendo una consuetudine già consolidata nell’antica Roma, si fa un uso, direi, smodato di entrambi questi ingredienti, sia per ricette dolci che salate. 

Buone bevande           bevande buone

Buone bevande bevande buone

www.godecookery.com
www.godecookery.com

“Et quia potus est diversus sicut vinum, aqua, cervisia, pomada et aliis multis.” (Aldobrandino da Siena, Regime du corps, XIII sec.)

Nel Medioevo si beveva soprattutto vino, ma anche acqua, birra e distillati di frutta. L’acqua veniva generalmente sconsigliata; il physicus Aldobrandino da Siena ammette che bere acqua aiuta la digestione e diminuisce il “cattivo calore che capita al corpo a causa dei cibi caldi”, ma non nutre e se la si beve tiepida o calda “provoca vomito e nuoce all’appetito …e fa venire il mal di stomaco… bere a digiuno e quando si è affaticati è pessimo…Deve essere chiara, non avere nè sapore, nè odore, nè calore.” Quella migliore è quella piovana perchè incorrotta.

Il Regimen Sanitatis Salernitanum (XI sec.) boccia senza appello il bere acqua:

De potu aquae: Potus aquae sumptus fit edenti valde nocivus, infrigidat stomachumque cibum nititur fore crudum.”, estremamente nociva e pericolosa per la salute.

Il discorso cambia quando si parla di vino; dice Aldobrandino:

“Il vino differisce in colore, sostanza, sapore ed odore, nuovo e vecchio, secondo la diversità opera diversamente nel corpo dell’uomo. Ma il buon vino è quello che ha metà mosto e metà vino vecchio, chiaro e nitido, di colore bianco tendente al rosso, di odore buono e soave, di gradazione mediocre…e chi beve questo vino creerà buon sangue e un bel colorito…e farà l’uomo più lieto e giocondo ed eloquente.”

Non bisogna però esagerare ma “bere moderatamente mentre si mangia e spesso e non bere fino all’ebbrezza.” Si credeva infatti che bevendo poco e spesso durante il pranzo non ci si ubriacasse.

Il vino medievale doveva essere molto diverso da quello moderno, senz’altro meno buono, soprattutto quella derivato da terze e quarte pigiature, e facilmente deperibile. In ogni ricettario ci sono numerose ricette per conservare il vino, più o meno empiriche, più o meno efficaci: si univa miele, mollica di pane d’orzo o addirittura albumi d’uovo e cenere.

Il migliore era ovviamente, quello delle tavole dei ricchi che lo consumavano addolcito, speziato ed anche scaldato. E’ il famoso Ippocrasso, antenato del vin brulè, dalle origini più antiche, visto che il vino speziato si consumava già nell’antica Grecia. L’Ippocrasso, sempre rosso, veniva gustato generalmente alla fine del pasto accompagnato da biscotti e confetti.

Vi suggerisco un vino profumatissimo seconda la ricetta di Apicio dal De Re Coquinbaria del I sec. d.C.

Rosatum sic facies: folia rosarum, albo sublato, lino inseris e sutilis facias, et vino quam plurimas infundes, ut septem diebus in vino sint.”

Tacuinum sanitatis - Rosae
Tacuinum sanitatis – Rosae
www.godecookery.com

Vino rosato

Vino bianco 1lt.     petali di rose non trattate, almeno 6

Si prendono i petali di due rose ben sciacquate; si toglie la piccola parte bianca e si inseriscono in un sacchettino di garza. Intanto si scalda leggermente il vino. Quando è caldo, ma non bollente si mette il sacchettino e si lascia riposare per una settimana in un luogo fresco (non in frigorifero). Si ripete l’operazione per altre due volte sostituendo i petali vecchi con quelli freschi. Alla fine si filtra e si gusta, secondo il consiglio di Apicio, addolcito con miele di rose. Se non lo trovate, sostituitelo con miele di acacia o millefiori liquido. Ne basta un mezzo cucchiaino per coppa.

Per finire, se dovete riprendervi da una sbornia o dalla fine di un amore che vi ha spezzato il cuore; dal Regimen sanitatis Salernitanum, tisana per il mal d’amore:

Remedia ebrietatis amorisque

Salvia cum ruta faciunt tibi pocula tuta.

adde rosae florem, minuit potenter amorem.

Tisana con salvia, ruta e petali di rose. La ruta ha proprietà eccitanti e antisettiche ma è pericolosa se non la si assume nella  giusta dose. Funzionerà?

Tacuinum sanitatis - Ruta www.godecookery.com
Tacuinum sanitatis – Ruta
www.godecookery.com
Riso e rose

Riso e rose

“Pesami ancora che tutti non abbiate conosciuta la duchessa Beatrice di Milano… per non aver mai più a maravigliarvi di ingegno di donna” (I. III, c. XXXVI). Baldassar Castiglione, Il cortegiano Beatrice d’Este sorella della (forse) più famosa Isabella, era nata a Ferrara nel 1475,