Epifania, tutte le feste si porta via

Epifania, tutte le feste si porta via

..i dodici giorni (e le dodici notti) che separano il Natale dall’Epifania sono notti misteriose, compendio dell’anno che valgono un mese ciascuna, notti di trasgressione dalle norme abituali di comportamento.

F. Cardini

Nell’antica Roma i giorni che andavano dal 17 al 23 dicembre erano festeggiati come Saturnalia, feste dove veniva rovesciato l’ordine costituito e i servi non erano differenti dai padroni. La Chiesa cristiana si è ben presto appropriata di queste feste, le ha fatte sue:

il 25 dicembre è Natale, il 26 santo Stefano, il protomartire, il 27 san Giovanni Battista, il 28 si celebrano i Santi Innocenti, il 31 si festeggia San Silvestro papa, colui che battezzò Costantino. Il 1 gennaio la Chiesa solennizzava l’entrata ufficiale del Salvatore nella famiglia dei figli di Giacobbe, infine il 6 si giunge all’Epifania, aperta manifestazione della divinità e della regalità di Gesù.

F. Cardini
Sant’Apollinare in Classe, Ravenna

L‘Epifania è dunque una festività antica, forse più importante del Natale stesso, soprattutto nelle Chiese orientali; in questo giorno si festeggiava la Natività del Signore ma anche il Battesimo e il miracolo delle nozze di Cana. Anche in area celtica la data di nascita di Gesù era spostata al 6 gennaio.

La presenza dei Magi è testimoniata dalle sacre Scritture: ne parla Matteo nel suo Vangelo e la loro traccia si trova anche nei vangeli apocrifi, ma non sappiamo quanti fossero. La tradizione, fissata poi da san Leone Magno, li vuole persiani, re e in numero di tre, numero che risponde ad esigenze simboliche. Tre sono anche i doni che portano, oro, incenso e mirra: oro perché il bambino è Re, incenso in quanto Dio ma anche la mirra, in quanto uomo (la mirra serviva all’imbalsamazione, quindi previene la corruttibilità del corpo).

Mirra

Nel Medioevo si ritenne persino aver trovato i resti mortali dei tre magi, le cui reliquie vennero traslate dalla chiesa milanese di sant’Eustorgio alla cattedrale di Colonia nel 1164 ad opera di Rainaldo di Dassel, cancelliere di Federico il Barbarossa. I milanesi vengono così puniti per la loro insubordinazione perdendo ogni diritto a custodire le sacre reliquie.

Il passaggio alla Befana è breve: con l’Epifania si chiude l’anno vecchio e se ne apre uno nuovo, si butta il vecchio incarnato nella figura di una signora attempata, bruttina, che vola su una scopa e assomiglia molto ad una strega. Passa dal camino e porta doni non sempre graditi, un po’ ricompensa, un po’ punizione, dolci tradizionali, ma anche carbone per chi non si è comportato bene.

I dolci tradizionali ricordano questa idea del sovvertimento dei ruoli e si usa nascondere nell’impasto un piccolo oggetto: il fortunato che lo troverà sarà re per una notte e fortunato per tutto l’anno a venire. E’ il caso della Galette de rois francese o del Roscon de Reyes spagnolo. Sono dolci che affondano le radici in un passato antico, nei pani lievitati arricchiti di spezie o di frutta secca che si usavano già nell’antica Roma, passando per il Medioevo fino ad arrivare sulle nostre tavole in forma di panettone o focacce tradizionali some il Pandolce genovese.

Juan. H. Sampelayo, nel suo libro ‘Gastronomía española’, sposta l’origine del Roscón de Reyes alla Francia di Enrico III, tra il 1574 e il 1589. Racconta infatti che i pasticceri del Re erano soliti cucinare un’enorme ciambella nascondendo nell’impasto una fava. Il commensale che avesse la fortuna di trovarla, si trasformava in Re e poteva dare “ordini ai ministri e consigli agli ambasciatori”. In questo modo, il Roscón sarebbe arrivato direttamente sulla tavola del primo Re Borbone, Filippo V nel secolo XVIII e da lui agli altri re spagnoli.

Chi, al tagliare una fetta di Roscón, trova la sorpresa, diventa il “re della festa” ed ha diritto a cingersi la testa con una corona di cartone che viene in regalo con questo dolce. Senza contare che la ciambella ricoperta di frutta candita ricorda una corona tempestata di pietre preziose.

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Quest’anno ho preparato la soffice ciambella spagnola e vedremo ci diventerà il re (o la regina) della fiesta!

Le note storiche sono tratte dal bellissimo libro di Franco Cardini, Il libro delle feste, il cerchio sacro dell’anno