Tag: uova

Un pane antico

Un pane antico

“Tum farinam aqua sparsit et assidua tractazione perdomuit finxitque panem quem primum cinis calidus et fervens testa percoxit…” Seneca, nelle Lettere a Lucilio, racconta che il filosofo Posidonio inventò il pane mescolando acqua e farina e cuocendolo nella cenere calda, ad similitudinem dentium, imitando i denti 

Torta di riciclo

Torta di riciclo

Se avanza del pane, che si fa? ovviamente una torta rinascimentale profumata alla cannella… In cucina non si butta nulla, ma qualunque cosa può essere riciclata e trasformata, perché alla fine una cuoca deve essere anche un po’ strega e fare uso della magia; niente è 

Torte robuste

Torte robuste

In un banchetto medievale che si rispetti, non potevano mancare quelle che  oggi chiamiamo torte salate. Per indicarle si utilizzavano più termini: pastelli, torte, coppi e altoscreas per quelle con ripieno di carne. La parola che può suonare strana, in realtà è l’esatta traduzione dal greco di pane e carne.

I ripieni potevano essere molto vari e saporiti: carne, pesce, verdure, formaggi, di solito macinati con l’aggiunta di una gran quantità di spezie. La costante è rappresentata dalla crosta che poteva essere fatta semplicemente di acqua e farina oppure nei secoli dopo il 1300 con l’aggiunta di grassi, questo perché fino al XIV l’involucro pastaceo non si mangiava, ma era semplicemente un involucro atto a cuocere il ripieno.

Le torte di carne erano sicuramente le preferite e nei ricettari del ‘300-‘400 se ne trovano molte: torta francesca (francese), di re Manfredi, ungaresca, di Romania… Per amor di classificazione, si possono dividere in due gruppi: il primo comprende quelle con un ripieno di macinato amalgamato con uova e/o formaggi, spezie e frutta secca, il secondo quelle più scenografiche, con pollame intero nascosto sotto la crosta. Si portava a tavola così e lo si apriva davanti ai commensali.

Tra le tante, ho scelto di preparare la torta communa.

Torta communa

400 gr. di pasta all’olio

150 gr. di macinato di maiale, 250 gr. di ricotta fresca, 2 uova, spezie forti, zafferano, una manciata di uvetta e una di pinoli.

Amalgamare molto bene tutti gli ingredienti per il ripieno aggiustando di sale a necessità.

Si stende la pasta non troppo sottile in due cerchi. Il primo farà da base per uno stampo di circa 20-22 cm. di diametro; si versa il ripieno e si chiude con l’altro cerchio.

Cuoce in forno caldo a 180° per circa 40 minuti.

 

La torta è molto saporita con un retrogusto dolce dato dall’uvetta. Andateci piano con le spezie, non a tutti piaceranno.

Sfizi fritti

Sfizi fritti

Il termine formaggio deriva dal latino formaticum, cioè “cacio messo in forma”. I nostri avi latino avevano un’altra parola per definire questo prodotto che era caseus, da cui in italiano i vari derivati (caseificio, caseina…) Per essere ancora più pignoli, anche forma viene dal greco