Tag: frutta secca

Una dolce balconata

Una dolce balconata

Spezie e frutta secca mi ricordano tanto i dolci natalizi, dal panettone al panpepato, rincorrendo le tradizioni italiane, dal nord al sud. Nel Medioevo, seguendo una consuetudine già consolidata nell’antica Roma, si fa un uso, direi, smodato di entrambi questi ingredienti, sia per ricette dolci che salate. 

Fagioli quaresimali, ma non troppo…

Fagioli quaresimali, ma non troppo…

Se vi capitasse, in questi mesi estivi, di frequentare qualche festa medievale o aspirante tale (ce n’è per tutti i gusti) avvicinatevi al banco della taverna e annusate l’aria: se sa di spezie e anche un po’ di acido, siete forse sul punto di assaggiare 

Crema dolcissima

Crema dolcissima

Dove eravamo rimasti? Dunque…C come chiodi di garofano, M come mandorla e P come pinoli. Tre ingredienti per una crema dolce e profumata, da provare calda per la serata di San Valentino. Ma procediamo con ordine.

I chiodi di garofano, non tanto amati nell’antichità classica, trovano un posto di riguardo tra le spezie medievali, insieme alle più utilizzate cannella e pepe. Sono i boccioli essiccati di una pianta tropicale che arriva fino a 15 metri di altezza; si raccolgono prima della fioritura e si lasciano seccare. Erano merce preziosa: nel 335, l’imperatore Costantino ne fece dono al papa Silvestro ritenendoli dunque dono degno di re. Ne parla Dante nell’Inferno: “Niccolò, che la costuma ricca del garofano prima discoperse”, riferendosi alla preziosità e al costo elevato della spezia. Niccolò (forse de’ Salimbeni) fu il primo, pare, ad usarli in saporibus, nelle salse, cioè in piatti salati. Nel ‘500 si consiglia di fare un infuso nel latte per aumentare mirabilmente le forze di Venere.

La mandorla ebbe un successo enorme nella cucina medievale: ingrediente direi indispensabile, surrogato nei giorni di magro di innumerevoli preparazioni, come il latte di mandorla. Carlo Magno nel Capitulare de villis ne incoraggia la coltivazione e la diffusione; si riteneva avesse proprietà afrodisiache e corroboranti e forse proprio per questo motivo si cominciò a regalare agli sposi mandorle confettate, ricoperte di zucchero, come buon auspicio. In un manoscritto del ‘400 (Anonimo Veneto) c’è un’interessante ricetta per confettare le mandorle acerbe, fresche e morbide, profumate di zenzero e cannella.

Per ultimo il pignolo, o pinolo, di nuovo frutta secca, ingrediente dei famosi pignoccati, biscotti famosissimi da servire come antipasto nei banchetti rinascimentali, a base di pinoli e mandorle.

Mettendo insieme questi tre ingredienti non potevo che pensare a una crema dolce e morbida, profumata e afrodisiaca, accompagnata da un bicchierino di Ippocrasso.

Qui il link

 

 

 

 

Aniso e miele

Aniso e miele

A come ANISO, ma dal nome scientifico assai più interessante, Pimpinella anisum, che poi sarebbe l’anice. La spezia arriva dall’Oriente intorno al VII sec a.C. e si diffonderà in tutta Europa. ” I Romani la usavano per insaporire piatti a base di pollo, maiale, verdure,