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Crema dolcissima

Crema dolcissima

Dove eravamo rimasti? Dunque…C come chiodi di garofano, M come mandorla e P come pinoli. Tre ingredienti per una crema dolce e profumata, da provare calda per la serata di San Valentino. Ma procediamo con ordine. I chiodi di garofano, non tanto amati nell’antichità classica, 

Il dolce della domenica

Il dolce della domenica

Oggi parliamo di zuppa inglese che  forse proprio inglese non è… Una leggenda narra che sia stata importata in Italia, e in particolare a Ferrara, da un diplomatico inglese nel 1500; i cuochi si diedero da fare e inventarono una zuppa dolce a base di 

Creme spagnole

Creme spagnole

frittelle mastro martino

Si sta ormai avvicinando la primavera, ma prima non si può certo dimenticare il 19 marzo festa di San Giuseppe, soprattutto per motivi squisitamente culinari. In tutta Italia è usanza festeggiare il santo preparando svariati dolci, soprattutto fritti ( zeppole o bignè o seppele di San Giuseppe, frittelle di riso…) tanto da giustificare la seguente filastrocca:

Come è buono, come è caro,

San Giuseppe frittellaro!

Ad ognuno una frittella

che è lucente come stella.

Guardando fuori dai confini patri, ho trovato molto interessante l’usanza spagnola della città di Valencia, di preparare per quel giorno, la famosa crema catalana,detta anche per l’appunto “crem de Joseph”.

Così recita l’onnisciente Wikipedia: Una leggenda narra che questa crema fu un’invenzione di alcune monache catalane. Un vescovo andò in visita al loro convento, e le monache per accoglierlo prepararono un budino che però risultò troppo liquido. Le monache allora aggiunsero dello zucchero caramellato caldo e quando lo servirono il vescovo gridò “crema!” che in catalano significa, oltre a crema, brucia. Da allora la crema viene anche chiamata “crema cremada”.

Gli spagnoli litigano con i francesi per la paternità di questa crema che per l’appunto a Parigi si chiama creme brulee, ma è praticamente la stessa cosa. Ora non vorrei dare una delusione ad entrambi, cari cugini d’oltralpe, ma una ricetta per una identica crema è già presente nel ricettario di Bartolomeo Stefani (italiano!) del 1662, e, guarda un po’, si chiama proprio Latte alla spagnola:

Latte alla spagnola

250gr. latte      40 gr. panna liquida      2 uova      60 gr. zucchero

Si sbattono bene le uova con lo zucchero e si aggiungono gradatamente latte e panna. Si pone tutto su fuoco lento, perché non riuscirebbe, ma s’attaccarebbe alla cazzetta. Quando è addensata lo getterai in un piatto in luogo fresco, e infocando la pala del fuoco, la porrai sopra il latte, quale pigliarà il color di rosa, servendolo con zuccaro sopra.

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La ricetta successiva è quella classica della crema pasticcera che qui si chiama solo Crema:

Crema

300gr. latte    60gr. burro    un pizzico di sale         75gr. farina      1 tuorlo e 1 uovo intero    60 gr. zucchero   2 cucchiai di acqua di rose

Si scalda il latte con il burro. Intanto si sbattono insieme tutti gli altri ingredienti che si verseranno nel latte caldo. Si fa ben addensare perché cotta che sarà, la gettarai in tegami larghi, ben stagnati, e bagnati d’acqua rosa; e di questa ne potrai fare frittelline tagliate fuora con un cannoncino di latta.

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Di nuovo si frigge! Queste frittelle di latte sono tipiche della cucina settentrionale in particolare del fritto tradizionale alla piemontese.

Mi corre l’obbligo di precisare, come mi ha fatto notare un’amica sivigliana di adozione, che non in tutta la Spagna si cucina la crema catalana (sennò non si chiamerebbe catalana…) ma in Andalusia ad esempio, per la colazione di san Giuseppe si preparano le torrijas, una versione spagnola del pain perdù (di nuovo i Francesi!). Sono fette di pan briosche imbevute di latte aromatizzato al limone e cannella, passate nell’uovo e fritte, poi ripassate in zucchero e cannella o miele. Un po’ pesantucce, ma buonissime!

 

Le royal croquembouche

Le royal croquembouche

“Croquembouche: si dà questo nome alle torte a più piani, fatte con croquignolles, ciambelle, amaretti, torroni e altri dolci croccanti, con zucchero cotto, assemblati e sistemati su una sfoglia di pasta frolla…Questo dolce si trova facilmente presso le migliori pasticcerie di Parigi. E’ consigliabile comprarlo