La lenticchia di Esaù

La lenticchia di Esaù

Una volta Giacobbe aveva cotto una minestra di lenticchie; Esaù arrivò dalla campagna ed era sfinito. Disse a Giacobbe: «Lasciami mangiare un po’ di questa minestra rossa, perché io sono sfinito»… Giacobbe disse: «Vendimi subito la tua primogenitura». Rispose Esaù: «Ecco sto morendo: a che mi serve allora la primogenitura?». Giacobbe allora disse: «Giuramelo subito». Quegli lo giurò e vendette la primogenitura a Giacobbe. Giacobbe diede ad Esaù il pane e la minestra di lenticchie; questi mangiò e bevve, poi si alzò e se ne andò. A tal punto Esaù aveva disprezzato la primogenitura.

Genesi, XXV, 29-32

“La lenticchia rossa protagonista del racconto biblico è un cibo particolarmente apprezzato nel Mediterraneo antico. Originaria della Siria settentrionale, coltivata già novemila anni fa, essa diventò un piatto forte dell’alimentazione greca e romana…Cibo prezioso, nutriente, come tutti i legumi, che una lunga tradizione ci ha insegnato a considerare la carne dei poveri.” M. Montanari, il riposo della polpetta

Dunque parliamo di legumi e di Mediterraneo antico. Lenticchie, cicerchie, ceci, piselli e fagioli, (quelli piccoli, non i borlotti che arriveranno dall’America dopo il 1500), si mangiavano nelle zuppe o anche macinati in farina per fare pani lievitati e non. Cibo nutriente, ricco di proteine, molto meno costoso della carne e di più facile accessibilità ai più. Hanno inoltre il vantaggio di poter essere essiccati e quindi conservabili.

La lenticchia rossa deve il suo colore al fatto che viene decorticata. Nell’antichità era il cibo dei poveri per antonomasia, “bersaglio di repertorio dell’ironia dei comici” che dileggiano coloro che non possono permettersi più che una zuppa di lenticchie. Ne è un esempio Aristofane nel V secolo o Parmenisco nel II secolo che fa fa maledire il cuoco di un raffinato banchetto dove si mangiavano solo lenticchie.

Come spesso accade però, quando un alimento risulta essere “buono” anche i ricchi se ne appropriano, ma nobilitandolo: è il caso del konchion, una zuppa di legumi che accompagna carni di maiale, pietanza che passerà nelle cucine di Roma con il nome di concicla, secondo la ricetta di Apicio.

Spostandoci verso Oriente si ritrovano ricette simili alla zuppa di Esaù: le lenticchie, una volta cotte si passano al setaccio e si aggiungono spezie varie e/o frutta secca che rendono più intenso il colore rossastro.

Ho pensato di cucinare una versione più semplice e più simile alla zuppa biblica, la shorbet adas diffusa in tutto il Medioriente. Ho aggiunto il cumino che era una spezia molto amata da Apicio, riunendo così, in un unico piatto, oriente e occidente, antico e moderno.

Shorbet adas

Far soffriggere una mezza cipolla tritata con 3 cucchiai di olio di oliva. Aggiungere le lenticchie rosse decorticate e far insaporire. Aggiungere brodo vegetale e far cuocere a fuoco basso; aggiustare di sale e aggiungere un pizzico di cumino. Dopo circa 15 minuti, i legumi saranno morbidi, quindi passare il tutto al mixer e servire calda, cosparsa di prezzemolo.

Se piace, si può aggiungere dell’aglio tritato; per le dosi, regolatevi con un pugno di lenticchie a testa, tendono a gonfiare molto, sarà sufficiente.