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Una torta paonazza

Una torta paonazza

In un banchetto medievale che si rispetti non può mancare una torta dolce e/o salata. Nel linguaggio culinario del tre-quattrocento i termini per indicare questa pietanza sono molti: pastello, torta, pastero… e i ripieni molto vari e fantasiosi, di carne, di pesce, con verdure, frutta 

Una dolce balconata

Una dolce balconata

Spezie e frutta secca mi ricordano tanto i dolci natalizi, dal panettone al panpepato, rincorrendo le tradizioni italiane, dal nord al sud. Nel Medioevo, seguendo una consuetudine già consolidata nell’antica Roma, si fa un uso, direi, smodato di entrambi questi ingredienti, sia per ricette dolci che salate. 

Pollastri ad ambrogino

Pollastri ad ambrogino

Nel Medioevo il piatto forte era rappresentato dai brodi, soprattutto di pollame. Il termine però necessita di una spiegazione: “in senso proprio il brodo medievale è una preparazione di cucina a base di carne spezzate…partecipe del lesso e dello stufato.”

Non dobbiamo quindi immaginare un brodo liquido, ma semmai una composizione densa e cremosa. La tecnica di preparazione è grossomodo sempre la stessa: le carni smembrate sono prima lessate in acqua, poi soffritte in lardo, con o senza cipolle, spesso con fegatini. Si aggiunge del liquido, acqua, vino, aceto, e si fa addensare con l’aiuto di mollica di pane. Ovviamente, a fine cottura si aggiunge una dose massiccia di spezie.

Una tipica preparazione di questo tipo è l’ambrogino o ambrosino che vede l’aggiunta di frutta fresca o secca. Il nome deriverebbe da una trascrizione dall’arabo di ibrahimya, piatto della cucina orientale a base di carne di montone, aceto, mandorle e spezie varie.

Un ottimo Ambrogino fu servito in uno dei banchetti organizzato a Siena da Sozzo Bandinelli nel dicembre 1326, per festeggiare l’addobbamento cavalleresco del figlio Francesco. Il titolo di cavaliere era molto ambito perché dava accesso alla carica di Podestà o di Capitano del Popolo.

Ecco la ricetta:

Ambrogino di polli

500 gr. di pollo a pezzi o solo petto, 100 gr. di lardo bianco, 2 cipolle tritate, 50 gr. di mollica di pane bianco arrostita e tritata, 1 bicchiere di vino bianco secco e 1 di aceto bianco, 2 bicchieri di latte di mandorle filtrato, una manciata di datteri e una di prugne secche, cannella, chiodi garofano, noce moscata e pepe in polvere.

Soffriggere la carne nel trito di cipolle e lardo; quando è ben rosolato, si aggiungono i liquidi e il sale, si porta a bollore, si abbassa la fiamma, si aggiunge la frutta secca e si fa cuocere per una ventina di minuti. Aggiungere la mollica e le spezie e far riposare; servire tiepido.

Piatto ricco e molto particolare, profumato e cremoso. La ricetta originale prevede l’utilizzo di pollo non disossato e con la pelle, ma per una gradevolezza migliore ho preferito carne disossata. Per motivi “geografici” il lardo è quello bianco di Colonnata.

Frittellando 2 (la riscossa)

Frittellando 2 (la riscossa)

La pratica della frittura comincia presto, in età antica, quando ci si accorse che un qualsivoglia alimento immerso in un grasso bollente diventava prelibato; frittelle di ogni genere, dolci e salate, venivano servite ad ogni banchetto che si rispetti, dopo l’arrosto e prima del desserte. “…nella