Paste pel the/2 (burrose)

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Thè: è nel 1666, in pieno regno di Luigi XIV, che il thè, dopo un’opposizione non meno forte di quella che aveva trovato il caffè, si è introdotto in Francia…Il thè migliore si beve a San Pietroburgo, e in genere in tutta la Russia: poiché la Cina vi confina tramite la siberia, il thè non ha bisogno di attraversare il mare… e i viaggi per mare nuocciono molto a questa pianta. E’ la padrona di casa a versare il thè nella teiera, a zuccherarlo, ad aggiungere una nuvola di panna, una fettina di limone o un goccio di cognac, a lei appartiene la responsabilità del thè che offre ai suoi ospiti.”A. Dumas, Il grande dizionario di cucina

Questa, poi del tè corretto, mi mancava…

Amo molto il tè e ne bevo in gran quantità, anche se, confesso la mia ignoranza, poco ne so di varietà e tipologie. Da occidentale rimango affascinata dalla cerimonia giapponese del tè, ma non ne comprendo gli aspetti sacri e più rituali.

“Il the si fa per infusione e ritiensi che meglio riesca nelle theiere di metallo inglese. Un cucchiaio colmo è dose più che sufficiente per una tazza comune. Gettatelo nella theiera, che avrete prima riscaldata con acqua a bollore.”

In Italia, ancora alla fine dell’800, non se ne consumava ed era cosa da stranieri o da eccentrici. Ma il caro Pellegrino Artusi lo conosceva eccome e nella sua bibbia gastronomica, gli dedica un capitolo e alcune ricette di biscottini per accompagnare una buona tazza di Souchong.

Mistress Wood, un’amabile signora inglese, avendomi offerto un the con pastine fatte con le sue proprie mani, ebbe la cortesia, rara nei cuochi pretenziosi, di darmi la ricetta..” 

Pastine pel the

220gr. farina       80gr. fecola di patate       80gr. zucchero a velo         80gr. burro     1 albume           latte tiepido q.b.

Impastare il burro morbido con lo zucchero, farina, fecola e albume, aggiungendo poco latte fino a formare una palla. Poi si stende con il mattarello a mezzo centimetro, si ritaglia a cerchietti di circa 8 cm di diametro e si bucherella con i rebbi di una forchetta.

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Cuocere a 170° per una decina di minuti.

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Pastine pel the, tolte da una ricetta venuta da Parigi.”

Lingue di gatto

100gr. di farina   100gr. burro    100gr. zucchero a velo   1 albume

Tutto nel mixer.

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Poi “ponetela nella siringa con un disco di buco rotondo e spingetela in una teglia imburrata in forma di pezzetti lunghi un dito, tenendoli radi perché, squagliandosi, allargano. Cuociono in pochi minuti in forno non troppo caldo (170°)

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E per finire “un dolce tedesco…che si usa servirlo col the che lo rende più piacevole al gusto.”

Pane di sabbia

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185 gr. burro                           185gr. zucchero a velo                 125 gr. farina di riso                         125gr. amido di   mais                       60gr. fecola di patate       4 uova               una cucchiaiata di cognac                            1 bustina di lievito     1 bustina di vanillina                  una grattugiata di scorza di limone       sale

Allora, questo impasto “per manipolarlo occorrono due ore di lavorazione non interrotta in luogo riparato da correnti d’aria, girando il mestolo sempre per un verso. Le signore, che sono di natura pazienti e quelle particolarmente che si dilettano d’improvvisare dolci, non si sgomenteranno per questo, se si procurano l’aiuto di due braccia robuste.” Non avendo a disposizione due braccia così robuste, usiamo il mixer.

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Prima, mettere il burro con lo zucchero e lavorare per qualche minuto; poi aggiungere i tuorli, il limone e il cognac e le farine setacciate con il lievito. Per ultimo, unite a mano le chiare montate a neve ferma con un pizzico di sale. Versare in una teglia imburrata e cosparsa di zucchero e farina; cuocere in forno già caldo a 170° per circa 50 minuti.