Schibeze o il più familiare scapece deriva da un antico temine persiano che significa aceto. La studiosa Anna Martellotti colloca l’introduzione dello scapece in Sicilia, probabilmente in ambiente normanno, nel periodo di massima commistione con gli arabi. (Aspic, 1999) quindi in un periodo che va …
Del brodo del pesce: Pesce bene lavato, quanto si conviene: friggilo con l’oglio abbundantemente, poi lassa freddare: poi abbi cipolle tagliate per traverso; friggile con oglio rimanente del pesce: poi prendi amandole monde, uva secca, ienula secca e prugne, e friggi con le dette cipolle …
Durante i banchetti di magro (si fa per dire!), non potendosi mangiare la carne, abbondavano i piatti di pesce o di qualunque altro animale ritenuto acquatico. Il piatto più comune era il pesce arrostito nello spico, spiedo, sulla fiamma viva del fuoco, accompagnato da varie salse. Esistono, però, ricette più elaborate e più interessanti come una variante dello scapece che l’anonimo toscano chiama brodo di pesce. La prima ricetta della “scapeta” compare nel Tractatus circa un secolo prima; questa preparazione è, sostanzialmente, la stessa:
Del brodo del pesce: Pesce bene lavato, quanto si conviene: friggilo con l’oglio abbundantemente, poi lassa freddare: poi abbi cipolle tagliate per traverso; friggile con oglio rimanente del pesce: poi prendi amandole monde, uva secca, ienula secca e prugne, e friggi con le dette cipolle insieme, e leva via l’oglio che avanza, e togli pepe e zaffarano, e altre spezie elette, e vino e aceto; e, distemperato fortemente, metti a fuoco fino che bolla: poi levalo dal fuoco, e poni in altro vaso, e mettilo ordinatamente a solaio col pesce predetto. E se ‘l volessi dolce, ponvi o vino cotto, o zuccaro competentemente.
Brodo di pesce
1kg pesciolini da frittura 50gr farina olio per friggere 2dl vino bianco sale 2 cipolle 50gr uvetta 80gr mandorle tritate una decina di prugne secche denocciolate pepe zafferano olio E.V.O. 1dl aceto 2 cucchiai di zucchero
Si infarinano i pesciolini e si friggono in olio bollente. Si scolano e si si passano su carta assorbente per togliere l’unto in eccesso. Intanto si soffriggono in poco olio le cipolle a fette sottili, uvetta, mandorle e prugne a pezzetti. Si stempera con aceto e vino bianco e si fa bollire per qualche minuto. Si spegne il fuoco e si aggiungono le spezie e lo zucchero; si versa la salsa sui pesciolini fritti e si lascia raffreddare completamente.
L’enula campana è un’erba selvatica amara che, secondo il Regimen Sanitatis (XI sec.) rafforzava il cuore ed allungava la vita. Il nostro cuoco la utilizza evidentemente solo a fini gastronomici per dare un retrogusto amaro alla pietanza.
Per concludere il servizio si possono servire semplici polpi lessi con olio, sale e cumino, e seppie nere:
De la seppia: Togli la seppia, aprila, e cavane il nero, e servalo: poi taglia la seppia minuto e friggila in oglio co le spezie. E quando sia fritta, mettili un poco d’acqua, e bolla ine dentro: poi distempera quello nero riservato, che si chiama sale di seppia, col buono vino, e poni nel brodo con erbe odorifere e spezie, e da’ mangiare.
Seppia nera
500 gr seppioline pulite 1 bicchiero di vino bianco secco olio EVO spezie forti nero di seppia sale
Si fanno soffriggere le seppie in olio per qualche minuto, poi si sfuma con il vino; quando è evaporato si aggiunge il nero di seppia, le spezie e poca acqua. Cuocere per circa 15 minuti e servire caldo.
Del nero e della seppia: Nota che ‘l nero de la seppia si de’ ligare di capo, ché non si sparga; e porre al fumo, sì che quando volessi fare salsa, savore, brodo o altro mangiare nero, tu ricorra a quello.