Tag: formaggio

Gnocchi per tutti i gusti

Gnocchi per tutti i gusti

Il termine gnocco, forse di origine longobarda per nocco, nodo, nella cucina medievale è un termine ambiguo perché indica più preparazioni e non solo pasta da minestra. Genericamente sono dei bocconi di farina o pane impastati con acqua e/o uova in cui si aggiunge del 

Le lasagne di san Proculo

Le lasagne di san Proculo

Ora divenne che, avendoli facto uno venerdì, giorno di passione, il cuoco loro uno buono catino de lasagne cum buono caso gratusato a disenare… trovandose l’abbate nel refectorio a mensa cum quisti dui monaci gli erano restati, non prima li fu portato dinanti per epso 

Un nobile formaggio

Un nobile formaggio

Tortona, 5 febbraio 1489. Il nobile conte Botta organizza nel suo castello, un banchetto molto speciale, senza lesinare in sfarzo e ricchezza. Del resto l’ospite d’onore è Isabella d’Aragona, figlia di Alfonso d’Aragona, duca di Calabria, e della colta e raffinata Ippolita Maria Sforza. Sta per raggiungere Milano dove è promessa sposa a Gian Galeazzo Sforza già dal 1471, da quando cioè aveva solo un anno. Gian Galeazzo era cugino di primo grado: trattandosi di nozze tra consanguinei, c’era voluta la dispensa pontificia.

La vicenda è narrata da un’operetta in latino dal titolo Nuptiae Mediolanensium Ducum, dedicata a Lodovico Maria Sforza, scritta da Tristano Calco ed edito a Milano nel 1644. “

Nel mese di dicembre 1488, giunsero a Napoli su sei galee circa 400 persone che componevano il magnifico corteo nuziale milanese al seguito di Hermes Sforza, fratello di Gian Galeazzo Maria, che – secondo l’uso – avrebbe dovuto sposare Isabella per procura. Tra i principali gentiluomini milanesi figuravano il conte di Caiazzo Gian Francesco Sanseverino, Bernardino Visconti, il vescovo di Como Antonio Trivulzio, i poeti Gaspare Visconti, Galeotto Del Carretto e Bernardo Bellincioni, Antonio da Corte e Ambrogio da Corte, spia del Moro e futuro acerrimo nemico di Isabella. Le nozze, che ufficialmente avrebbero dovuto consolidare l’alleanza politica tra le casate sforzesca e aragonese, furono celebrate a Napoli, nella reggia di Castelnuovo, il 21 dicembre 1488: Hermes, in nome del fratello duca di Milano, pose l’anello matrimoniale al dito d’Isabella; il vescovo di Como pronunciò l’orazione; la regina Giovanna, in abito castigliano, e la giovane sposa, in abito napoletano, eseguirono una breve danza; Gabriele Altilio, poeta dell’Accademia Pontiniana e maestro di latino e greco di Isabella, celebrò l’evento con un epitalamio di 270 esametri.

Si paga la dote e il corteo riparte alla volta di Genova, via mare, dove arriverà dopo 20 giorni di mare agitato. Da qui, dopo alcuni giorni di riposo, la giovane sposa riparte per Tortona dove avrebbe finalmente incontrato il suo sposo. E’ qui che la storia si incontra con la gastronomia.

Il nobile patrizio tortonese Bergonzio Botta si incaricò di approntare nel suo palazzo il coreografico banchetto di accoglienza: ogni portata venne infatti preceduta dall’allocuzione di un personaggio mitologico; levate le mense, venne recitata una favola musicata, seguita – a conclusione della serata – da una scena farsesca. Gli sposi si ritirarono dunque in stanze separate del palazzo arcivescovile, preposto a ospitarli per la notte. Fu soltanto nel castello di Vigevano, la sera del 28 gennaio 1489, che si portò a compimento la tragedia della prima notte di nozze: Gian Galeazzo Maria, dimostrando freddezza se non addirittura avversione sessuale nei confronti della moglie, mancò ai suoi doveri coniugali. E il Moro ne rise, anche pubblicamente.

Lasciamo la povera Isabella, concentrandoci sull’ Ordine de le Imbandisone”, di Bartolomeo Taccone, incunabolo lombardo del 1489. Tra le numerose portate, fa una bella figura un formaggio molto particolare …pastori d’Arcadia, degni di attenzione prorio per il loro parlare rustico, offrirono del formaggio proveniente dalle Valli Tortonesi”

Il formaggio in questione è il Montebore, prodotto già intorno all’anno Mille dai frati benedettini sul monte Giarolo, nell’alessandrino. La sua forma singolarissima, tre cerchi sovrapposti a restringere, pare ricordi una costruzione di epoca romana, ora completamente diroccata. Ma c’è anche chi sostiene che fu addirittura Leonardo da Vinci a suggerirne la forma.

E’ uno dei formaggi più rari in Italia, fatto con latte misto, bovino, ovino e caprino, presidio di slow food. Stagionato da una settimana a due mesi, ha pasta morbida dal colore giallo; sicuramente un formaggio talmente pregiato da essere l’unico invitato alla tavola degli Sforza. Da assaggiare.

Le citazioni sono tratte dall’Enciclopedia Treccani

Un pane antico

Un pane antico

“Tum farinam aqua sparsit et assidua tractazione perdomuit finxitque panem quem primum cinis calidus et fervens testa percoxit…” Seneca, nelle Lettere a Lucilio, racconta che il filosofo Posidonio inventò il pane mescolando acqua e farina e cuocendolo nella cenere calda, ad similitudinem dentium, imitando i denti