Una dolce piramide

Per la costruzione della Piramide occorsero vent’anni. Essa è quadrata.. Presenta da tutti i lati una faccia di otto plettri, un’altezza uguale. E’ di pietre levigate e perfettamente connesse, di cui nessuna misura meno di trenta piedi. Questa piramide fu costruita a gradini.

Erodoto, Historiai, 125

Saqqara

Erodoto, primo storico della storia, nacque ad Alicarnasso probabilmente nel 484 a. C. Viaggiò in lungo e in largo per tutto il Mediterraneo, visse ad Atene nel momento del massimo splendore, conobbe Pericle, Sofocle e Protagora. Si stabilì poi definitivamente nell’odierna Sibari, ricca e fiorente città della Magna Grecia, dove morirà dopo il 430.

Piana di Giza, dieci anni fa…

Cosa c’entrano Erodoto e le piramidi con il cibo? C’entrano, c’entrano…

Dunque, Erodoto, viaggiando viaggiando arriva in Egitto e rimane colpito dalla civiltà che lì fioriva già da duemila anni. Si informa, chiede, visita le città più importanti. Il suo resoconto sarà materia del secondo libro delle Historìai, Le Storie. Egli stesso ci spiega il motivo che lo spinge a scrivere:

Espone qui Erodoto di Alicarnasso le sue ricerche, perché delle cose avvenute da parte degli uomini non svanisca col tempo il ricordo; né, di opere grandi e meravigliose, compiute sia da Elleni sia da Barbari, si oscuri la gloria.»

Quando si trova a descrivere quei maestosi monumenti funebri costruiti per i Faraoni, li chiama Piramidi. Ora, il punto è che gli Egizi non chiamavano così quegli edifici, ma la parola appare per la prima volta proprio in Erodoto. Senza entrare nel merito delle diatribe tra studiosi sull’etimologia del termine, a me che mi occupo di cibo, piace dare credito all’ipotesi che il grande storico si sia lasciato ispirare da una focaccia o una torta tipica del suo paese a forma piramidale. Tanto somigliava a quei monumenti funebri!

In effetti il termine puramis significa anche focaccia e forse deriva da pur, cioè fuoco, che avrebbe attinenza con un prodotto che cuoceva in forno.

Con grande stupore ho trovato un altro indizio che mi piace aggiungere; al museo archeologico di Milano si trova un grande cratere su cui è raffigurato un vecchio che offre un vassoio di dolci ad una donna; ebbene, sul vassoio è collocato anche un dolcetto a forma di cono (o forse piramide?). Non sono un’archeologa, ma la suggestione mi piace molto. Il cratere (di origine italica, 380-370 a.C.) viene detto “Dei ghiottoni” e dovrebbe rappresentare personaggi della farsa comica, Filotimede e Charis che, appunto, mangiano dolci, mentre alla loro destra un servo si allontana dopo aver rubato dal loro vassoio.

Simile era il karìsios, un dolce di forma fallica, che era uso mandare ad un amante, con un inequivocabile messaggio di richiesta di favori.

Pittura erotica, Museo archeologico, Milano