I gatti di Lucia

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Il 13 dicembre (oltre ad essere la notte più lunga che ci sia…) è la festa di Santa Lucia, venerata dalla Chiesa cattolica come martire. Lucia fu barbaramente uccisa nel IV secolo perché cristiana, denunciata da un pretendente rifiutato. La tradizione vuole che fosse nata a Siracusa alla fine del 200 e martirizzata proprio il 13 dicembre 304, durante la persecuzione dei cristiani voluta dall’imperatore Diocleziano. Si racconta che le fossero stati strappati gli occhi e poi trafitta a morte dai soldati: per questo motivo è a lei che si rivolge chi ha problemi di vista e agli occhi. Dante Alighieri racconta di essere guarito proprio da una infiammazione agli occhi grazie all’intercessione della santa alla quale dedica una parte importante nella sua Commedia. E’ lei, infatti, che andrà da Beatrice a chiederle di soccorrere Dante  perduto nella selva oscura.

Ancora oggi la santa è molto venerata a Siracusa dove i festeggiamenti durano una settimana intera: in questa occasione si mangia la cuccia, una torta al cucchiaio a base di grano e ricotta, simile al ripieno della pastiera pasquale. Non me ne vogliano gli amici siciliani, ma io l’ho preparata con 200 gr. di  grano precotto, a cui ho aggiunto 300 gr. di ricotta di pecora, 150 gr. di zucchero, cannella, canditi e gocce di cioccolato.

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Questo buonissimo dolce ha una storia molto particolare: ricorda l’arrivo nel porto di Palermo di una nave carica di grano, che pose fine alla carestia. Per la fretta e la fame, si decise di lessarlo e non di macinarlo per poi farne pane, unendo della ricotta. Era il 13 dicembre 1646.

Esistono diverse versioni dei fatti in merito a come questa tradizione sia arrivata in Svezia da Siracusa. Sappiamo che fu l’aristocrazia svedese ad introdurre nel 1700 l’usanza che la figlia più giovane di ciascuna famiglia,vestita di una lunga veste bianca, con una fascia rossa legata in vita e una corona di candele in testa, decorata con un intreccio di foglie di mirtilli rossi, preparasse ai genitori la colazione di Santa Lucia. Veniva servito caffe e i dolci tipici per l’occasione, i lussekatt, i gatti di Lucia, delle briochine mordide allo zafferano e uvetta.

La santa, soprannominata Regina della Luce, rappresenta il ringraziamento per il ritorno del sole.

Ecco la ricetta dei gatti di Lucia, con la tipica coda arrotolata:

Lussekatt

250 gr di lievito madre, 500 gr. di farina 0, 250 ml. di latte, 90 gr. di burro, 90 gr. di zucchero, 1 bustina di zafferano, un pizzico di sale.

Scaldare il latte con il burro, aggiungendo lo zafferano in polvere. Nell’impastatrice unire la farina, il lievito madre e lo zucchero; aggiungere un pizzico di sale e gli elementi liquidi. Impastare bene per ottenere una palla soffice e liscia che dovrà riposare per almeno 4 ore al caldo. Trascorso questo tempo riprendere la pasta e tagliare in bocconi da stendere per formare dei cilindri da arrotolare a doppia esse.

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Aggiungere due chicchi di uvetta e far riposare al caldo di nuovo per 4 ore. Dovranno gonfiarsi. Si cuociono in forno caldo a 180° per circa 20 minuti.

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Sostituendo il lievito madre con 25 gr. di lievito di birra, si farà di certo prima, ma il risultato, a mio avviso, è inferiore. Sono molto buoni mangiati tiepidi, con una buona tazza di te verde.

….e comunque non è la notte più lunga che ci sia, perché per quella dovremo aspettare fino al solstizio d’inverno, cioè il 21 dicembre!