Potages per gli infermi

“Esplorare la natura del corpo è compito della medicina. Ma nel Medioevo il discorso medico non ha l’autonomia che si sarebbe tentati di riconoscergli oggi…partecipa anche all’etica, si prolunga nell’ideologia politica e anche…nell’universo delle tecniche.”  (Jean-Claud Schmitt – Il gesto nel Medioevo).

Dunque la medicina entra nelle cucine; si riteneva infatti che il cibo servisse a curare le malattie e che certe pietanze fossero più adatte ai malati di altre. Per questo motivo i trattati medici parlano diffusamente anche di cibi, consigliandone alcuni e sconsigliandone altri.

L’Anonimo Toscano, nelle ultime pagine, raccoglie ricette tutte dedicate agli “infermi”.

Ecco un esempio, per una zuppa leggera e corroborante:

Dei cauli per li ‘nfermi: Fa’ bullire un poco i cauli nell’acqua semplice, e da per sé coci
la carne di castrone un poco in un’altra acqua; poi cava i cauli e la  detta carne, e metti ogni cosa in una pentola, et cocili bene, e mettivi del petrosello, e cocili come tu vuoli per infermi.

Zuppa di cavoli per gli infermi. Provate con cavoletti di Bruxelles cotti in brodo di carne. Si “scodella” abbastanza liquida e si aggiunge la carne lessata a pezzetti. Per le serate invernali.

Di certo meno leggera, ma di sicuro più saporita la zuppa di ceci.

Dei ceci per li infermi: Togli ceci rossi o bianchi; metti a cocere con oglio e sale et pepe
et zaffarano e un poco di ruta; pesta nel mortaio, e mangia. Anche
togli ceci infranti e lessali, e gittata via l’acqua, mettili in un’altra
acqua a cocere con oglio e lardo battuto, sale, zaffarano, spezie,
tuorla d’ova battute e un poco di cascio; e mesta tutte cose insieme,
e da’ mangiare.

Zuppe di ceci:  lessare due scatole di ceci da 400gr (per 4 persone)in acqua salata, abbastanza da coprirli. Cuocere fino ad ebbollizione. Frullare  e rimettere sul fuoco. A questo punto ci sono due versioni:

  1. aggiungere olio, pepe e zafferano.
  2. aggiungere olio, zafferano, spezie per tutti gli usi (vedi), 2 tuorli sbattuti. Si fa rapprendere sul fuoco leggermente e si serve in scodelle spolverizzato di parmigiano e con sottilissime striscie di lardo di Colonnata.

Ho dei dubbi sul fatto che siano ricette adatte ad un infermo, soprattutto la seconda. Comunque sono molto buone e vale la pena provarle.

Come ricorda Il medico senese Aldobrandino, esistevano tre varietà di ceci: bianchi, rossi e neri: “sunt coloris albi et rubei et nigri.”

Nonostante generino grossi umori e “ventosità” faciunt urinare et specialiter nigri ciceri. Et qui utatur aqua ubi fuerint cocti, tollit malum lapidis et valent melius quam albivel rubei. Et habent naturam aperiendi vias epatis et corporis. Set albi plus conveniunt nature hominis. Et si fuerunt assati minus habent ventositates quam qui sunt cocti in aqua, et breviter meliores ad medicinam quam ad sanitatem conservandam.

I ceci sono migliori come medicina che per conservare la salute perchè fanno urinare e la loro acqua di cottura toglie il mal di pietra, aprono le vie del fegato e del corpo. Se poi si mangiano arrostiti danno meno “ventosità” di quelli lessati. Meglio quelli bianchi. Non a caso viene utilizzato il termine medicina, il cibo è veramente una medicina che fa guarire il corpo malato.