Le fave delle Parche

Pellegrino Artusi, riguardo alle fave dei morti:

Queste pastine sogliono farsi per la commemorazione dei morti e tengono luogo della fava baggiana, ossia d’orto…. Tale usanza deve avere la sua radice nell’antichità più remota poiché la fava si offeriva alle Parche, a Plutone e Proserpina ed era celebre per le cerimonie superstiziose nelle quali si usava. Gli antichi Egizi si astenevano dal mangiarne, non la seminavano, né la toccavano colle mani e i loro sacerdoti non osavano fissar lo sguardo su questo legume stimandolo cosa immonda. Le fave, soprattutto quelle nere, erano considerate come una funebre offerta, poichè credevasi che in esse si rinchiudessero le anime dei morti, e che fossero somiglianti alle porte dell’inferno.”

Le anime dei morti si fermavano nelle fave in attesa della reicarnazione, credenza connessa all’antico culto di Iside.

“Nelle feste Lemurali si sputavano fave nere e si percuoteva nel tempo stesso un vaso di rame per cacciar via dalle case le ombre degli antenati, i Lemuri e gli dei dell’Inferno. Festo pretende che sui fiori di questo legume siavi un segno lugubre  e l’uso di offrire le fave ai morti fu una delle ragioni, a quanto si dice, per cui Pitagora ordinò ai suoi discepoli di astenersene.”

Le feste Lemurali si svolgevano in realtà a maggio, mentre il 21 febbraio si festeggiavano i parenti defunti con i parentalia. In questa occasione il paterfamilias camminava a piedi nudi per la casa gettandosi alle spalle delle fave.

Dunque, riassumendo, le fave sono elemento portante nella commemorazione dei defunti. Artusi indica tre ricette leggermente diverse per preparare degli ottimi biscottini che oggi, in certe parti d’Italia si chiamano Ossa dei morti. Questa la ricetta in sintesi:

Fave dei morti

200 gr. di farina e 100 gr. di mandorle oppure 100 gr. di farina e 200 gr. di mandorle

100 gr. di zucchero, 30 gr. di burro, 1 uovo intero oppure 2 albumi, profumo di cannella o limone o acqua di fiori d’arancio.

Semplicemente alle mandorle molto ben tritate si aggiungono gli altri ingredienti. con l’impasto si formano “piccole pastine, in forma di una grossa fava…” cuociono rapidamente in forno caldo a 175° per una decina di minuti.

Più cuociono, più induriscono, asciugandosi. Io ho preferito lasciarle un po’ indietro di cottura, ma è questione di gusti, come per la parte aromatica.