Se-bar-bi-sag e cervesia

Se-bar-bi-sag e cervesia

La storia della birra comincia in Mesopotamia, 9000 anni prima della nascita di Cristo. Nel Codice di  Hammurabi si trovava già  la descrizione della produzione della se-bar-bi-sag ( bevanda che fa vedere chiaro); si utilizzavano pani lievitati di orzo che venivano tritati e messi a cuocere con abbondante acqua. Il liquido che ne risultava veniva filtrato e aromatizzato con varie erbe. Anche gli egiziani utilizzavano un procedimento simile. Qualche secolo dopo presso  i Galli si produceva  una bevanda simile fatta con orzo e grano fermentato.

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Nel IX sec. Carlo Magno nel “Capitulare de villis” dettava norme anche per regolare la produzione di birra d’orzo. E’ comunque dall’anno 800 che il termine birreria viene usato, anche se in modi differenti a seconda delle zone geografiche. Nell’Alto Medioevo la produzione di birra si sposta all’interno dei monasteri dove si realizzavano vari tipi di bevanda: una più pregiata prodotta dal malto d’orzo e  una seconda scelta, prodotta con avena dal nome “cervesia“. I frati Cistercensi iniziarono a produrre birra agli inizi del XII secolo, in particolare nel Nord della Germania, in Olanda, in Inghilterra ed in Irlanda.

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Ne Le Menagier de Paris (1393) si parla di una birra chiamata godale (“good ale” = “Birra chiara buona”) ed era fatta con orzo e farro a cui si aggiungeva il gruit, miscela di spezie (rosmarino, coriandolo, bacca di ginepro, cannella, l’anice, chiodi di garofano, salvia, zafferano, alloro, resina, scorze di arancia e limone). Il gruit non possedeva le stesse proprietà conservanti del luppolo e di conseguenza la birra prodotta in quel modo doveva essere consumata velocemente perché facilmente deperibile; era quindi meno limpida rispetto alle birre moderne ed aveva un contenuto alcolico minore. Per l’uomo medievale, si trattava quindi di un liquido piuttosto umile al confronto con il vino. L’uso del luppolo per dare sapore alla birra era conosciuto almeno dall’epoca carolingia, ma si diffuse lentamente per le difficoltà di riuscire a fissare le giuste proporzioni. Fu Hildegarda von Bingen (in “Phisica Natura” del 1136) la prima che intuì che l’amaro del luppolo influiva sulla genuinità della birra allungandone la conservazione e riducendo gli effetti indesiderati della fermentazione.

Provate questo piccolo dessert, che prevede l’aggiunta di cervesia, rivisto in versione dolce:

Decoque poma, per rotulas incisa, in butiro et distempera cervesia.            

Liber de Coquina

“Cuoci le mele, tagliate a fette, nel burro e allunga  con la birra”.

Mele alla birra

3 mele    100gr zucchero      80gr burro   1 bicchiere di birra chiara

Sbucciare le mele e tagliarle a fette sottili. Sciogliere il burro in padella, versare le mele e far rosolare per qualche minuto. Aggiungere lo zucchero e far caramellare. Sfumare con la birra e servire calde.

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