Bis-biscotti

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Il Monastero di Morimondo (Abbiategrasso), nome che significa “morire al mondo”, cioè “vivere da risorti”, venne fondato nel 1134 a Coronate dai monaci provenienti dal monastero cistercense di Morimond in Francia. Insieme all’abate Gualchezio (Gualguerius) arrivarono altri monaci di cui non conosciamo il nome. Nel 1136 essi si trasferirono in località “Campo Falcherio”, l’attuale sede. In poco tempo il monastero acquistò importanza e i monaci morimondesi fondarono altre due comunità: nel 1143 Acquafredda (Como) e nel 1169 Casalvolone (Novara).

Il monastero si estendeva  su un territorio di circa 3.200 ettari nel XIII secolo, di cui due terzi erano campi coltivati e un terzo boschi, con anche un’importante attività di scriptorium. Con la calata di Federico Barbarossa, il monastero venne saccheggiato e cominciò un periodo di decadenza dal quale si riprese solo nel XV secolo grazie all’interessamento del cardinale Giovanni de’ Medici, il futuro papa Leone X.  (Dal sito dell’abbazia www.abbaziamorimondo.it).

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Probabilmente è da lì che arriva un manoscritto del XV sec. sicuramente compilato nell’Italia settentrionale contenente 155 ricette, piatti semplici, ma gustosi.

Tra le più interessanti sicuramente c’è quella, brevissima, a fare biscoti. Le ricette di biscotti dolci sono pochissime fino al 1500, quando si cominciano a preparare dei dolcetti che somigliano ai nostri biscotti dolci. Prima era solo del pane rimesso in forno a tostare, con o senza zucchero:

pan cotto ordinariamente poi remesso nel forno caldo, o integro o rotto, dove sta per sino che si secca…è molto familiare a’ naviganti o dove sia bisogno che si conservi longo tempo; se ne fa poi de questo biscotto per amalati  e per delicatezza con anisi e zuccaro, molto comodo all’humidità dello stomaco.”

Questa citazione è tratta da una lunga lettera sulle insalate e sui vegetali commestibili: Delinsalata e piante che in qualunque modo vengono per cibo delhomo, scritta nel 1572 dal medico Costanzo Felici. La descrizione calza a pennello con i biscottini dei frati milanesi.

Biscoti

350 gr. farina O         175 gr. lievito madre o 15 gr. lievito di birra fresco     70 gr. zucchero   semi di anice    acqua q.b.

Si fa un impasto morbido con tutti gli ingredienti e si lascia riposare per almeno 4 ore (2 ore se usate il lievito di birra).

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Si sgonfia la pasta e si fa in bochoni.,a palline che dovranno lievitare almeno altre 4 ore (2 con il lievito di birra).

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Si cuociono in forno caldo a 180° per pochi minuti, una decina.

biscotti mor

 

Non aspettate che si abbronzino, rimarranno belli bianchi perché non ci sono uova nell’impasto. Aggiungendole si possono fare i canestreli, a forma di ciambelline:

Canestreli

450 gr. farina      100 gr. zucchero       2 uova    acqua di rose q.b.

Mescolare farina e zucchero; fare una fontana con un buco in mezzo; versarvi le uova sbattute e acqua di rose per fare una pasta tenerina. Si fanno dei pezzetti grossi come una noce, si assottigliano bene a grosessa de una pena de hocha, e si chiudono a cerchio grande come un sesino, piccola moneta.

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Si cuociono in forno caldo a 160° per pochissimi minuti.

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I biscotti suddetti non servivano per la colazione, ma come dice l’incisore Eustachio Celebrino nel 1526, accanto ad ogni coperto si mette uno bozolato, o vogliamo dire biscottello. Biscoti cum zucaro a ciascuno vengono serviti subito dopo il lavamano al banchetto nuziale di Costanzo Sforza e Camilla d’Aragona nel 1475 a Pesaro.